domenica 28 novembre 2010

anima

l buio dell'anima, la solitudine nel frastuono di una grande città.
Solo nel silenzio della notte, quando il vento di cessa di soffiare, inizia l'ascolto della paura.
E come per magia, inizia a non fare più tanta paura...e si ricomincia a vivere...una nuova vita.
Quando il fondo è toccato, si può solo risalire...e si inizia ad vedere il sole sorgere il mattino, il sorriso di un bambino, un fiore in un giardino...


Dedicato a tutte le persone che hanno vissuto o vivono nella loro sensibilità stanchezze dell’anima.
Depressione, o attimi di stanchezza, o solitudine, o coraggiio.






Chiudo le finestre per non vedere luci,
 fotografo disordini di colori.

Trovare calma in un mare di sensi
di odio e amore
dove il mio specchio conosce il segreto.

Passeggio, rido e ballo
con incontri casuali,
con un sorriso per vendere sculture mai disegnate.

Nella calma della città passo su strade doloranti,
apro percorsi chiusi alla luce del giorno.

Nel rumore della città mi nascondo da suoni acclamati,
vago nella mia pazzia del silenzio dell’animo.

Cercare il proprio specchio,
qui,
sulla strada a volgere sguardi decisi,
e
cercare la stella nel mare che guidi il veliero
tra il disordine di rumori di macchine,voci di donne e stridi di bimbi.

Non c’è più la calma del creare in amore e pace.

Disordine da pulire per risvegli dolorosi in musiche vivaci.

Vita senza luce,
alla ricerca del colore dalle immagini fotografate e disegnate,
nei sogni e nelle parole di passi amati.

                                                                                    scheggiadipensiero




Poi devi andare alla ricerca di ciò ami
 qualsiasi, cose, persone o paesaggi.

Grazie Enrico per questo regalo. La tua poesia mi emoziona sempre!



venerdì 19 novembre 2010

quale strada...







 
"Volevo soltanto chiederle che strada devo prendere.
 Tutto dipende da dove vuoi andare!
 Veramente importa poco, purché io riesca... -
 Beh, allora importa poco che strada prendi."




Cammino nella strada..
A volte procedo decisa
altre volte mi fermo.
Accade anche che ritorni indietro,
smarrita.
Non so dove andare...
E lentamente riiprendo a camminare...

martedì 16 novembre 2010

A chi e a cosa crediamo oggi


Raccolgo l'invito di una blogger PSICOALCHIMIE che ha proposto per oggi, 16 novembre questo argomento. E' una staffetta che coinvolge molti blogger ed aderisco con piacere.


Credo nella libertà di ogni individuo.
Credo nell'amore.
Credo nell'amicizia.
Credo che le persone cambiano, che noi cambiamo,
Credo che esiste solo il qui ed ora da vivere.
Credo in me, credo in te!

 

Ho scelto questa immagine perchè credo nel potere dell'energia.
Perchè credo che in questa forza infinita.
Ed è cercando in me, nel profondo della mia anima, della mia persona l'equilibrio tra yig e yang, energie contrapposte, che trovo la forza di vivere al meglio questa vita.
Potrebbe sembrare utopistica questa affermazione, ma sono convinta che sempre più persone si stanno orientando verso questa via. La via che porta all'Era dell'Acquario. Era di grandi cambiamenti su questa terra, era in cui tutto cambierà. Quello che esiste ora non ci sarà più. Avete presente il film: Il pianeta verde? Mi immagino un mondo pulito. Una terra pulita, persone pulite...
 

giovedì 11 novembre 2010

Che è oggi...




Oggi, che è oggi?
Il giorno è già passato a metà.
Oggi, che è oggi?
Solo un altro giorno, il crepuscolo dell'anno.
Oggi, che è oggi?
Un'altra notte e un'altra alba.
Qual'è il giorno nel quale sappiamo per che cosa speriamo o per che cosa temiamo?
Ogni giorno è il giorno dal quale dovremmo temere o sperare.
Un momento pesa quanto un altro.
Solo guardando indietro, scegliendo, diciamo, quello fu il giorno.
Il momento critico è sempre ora, e qui.
Proprio ora, in sordidi particolari l'eterno disegno può apparire.

Tratto da: Assassinio nella Cattedrale di T.S. Elliot
 

lunedì 8 novembre 2010

Il gioco dell'oca



Questa sera si gioca!
Regole del gioco:

Scegliete una casella e ditemi perchè...

Sacchetti di plastica

Io non uso  i sacchetti di plastica!


La triste storia degli inoffensivi sacchetti di plastica
Ogni anno, in tutto il mondo, si consumano tra 500 bilioni e un trilione di sacchetti di plastica.
Dove vanno a finire?
I sacchetti vengono trascinati
… fino a diversi luoghi della nostra Terra…
… e fino ai nostri mari, laghi e fiumi.
I sacchetti si fanno strada verso il mare nelle fogne e negli impianti idraulici. -
Si sono visti sacchetti di plastica galleggiare a nord del Circolo Polare Artico
I sacchetti di plastica rappresentano più del 10% dei rifiuti che giungono a riva sulle coste degli Stati Uniti.

I sacchetti di plastica si fotodegradano: con il passare del tempo si decompongono in petropolimeri piú piccoli e tossici… … che infine contamineranno il suolo e le vie fluviali. Di conseguenza, particelle microscopiche possono iniziare a far parte della catena alimentare.

Gli uccelli restano incastrati senza speranza.
 Circa 200 differenti specie di vita marina, fra cui balene, delfini, foche e tartarughe, muoiono a causa delle borse di plastica.
Muoiono dopo aver ingerito i sacchetti di plastica che scambiano per cibo. -
Allora… che facciamo?
Se usiamo una borsa di tela, possiamo risparmiare 6 sacchetti a settimana.
Vale a dire, 24 sacchetti al mese.
Ossia, 288 sacchetti all'anno.
Ovvero, 22.176 sacchetti durante una vita media.
Se solo 1 su ogni 5 persone nel nostro paese lo farà, risparmieremo 1.330.560.000.000 sacchetti durante la nostra vita.

I sacchetti di plastica sono fatti di polietilene: una sostanza termoplastica che si ricava dal petrolio, quindi se li eliminiamo diminuirà anche il consumo di petrolio.

domenica 7 novembre 2010

Poeti

Due anni fa, girovagando nel web, ho trovato questa bellissima poesia e l'ho inserita nel mio profilo. L'autrice, Marinetta l'ha letta, mi ha scritto  e da allora capita che passi a trovarmi e ci si scambi qualche messaggio. è bello quando le persone non si dimenticano ... di essersi ... incontrate , anche se in modo virtuale : ) mi ha scritto oggi. E' davvero bello!

Ci sono ancora loro, strani individui,
con l'anima più leggera
di una nuvola,
loro,
i poeti ingarbugliati
nelle rime di ogni giorno...
La più vera, a più ovvia forse,
donare con il cuore,
e ancora... amore.
Ci sono loro, a risvegliarti dal torpore
che t'infonde la macchina del nulla,
a dirti quanto vali se le ali
le dispieghi ancora,
ferite e sanguinanti forse,
...
Ci sono loro, a dirti di stranezze
disegnate dentro al vento, a dirti
quanto è vero il tuo sorriso,
se viene dopo quel dolore.
Quanto è vero questo mondo,
avvelenato da quei gas
più che mai sconosciuti ed assassini.
Quanto è vero...
Vero
come la vita che ti scuote e quella morte
che non puoi capire.

E ci sono ancora loro,
poeti...
senza più parole,
che parlano da soli,
piangono in silenzio... E nel silenzio,
accarezzano l'immenso.
 

Marinetta

giovedì 4 novembre 2010

Lei pensa, lui pensa.


Giovanni si sente attratto da Teresa. Le propone di andare al cinema, lei accetta. Si divertono. Sere dopo lui la invita a cena e di nuovo stanno bene. Nel giro di poco tempo nessuno di loro vede più altre persone.
Una sera, in auto, rincasando.Teresa senza pensarci dice: "Hai pensato che oggi sono sei mesi che ci vediamo?".
Si fa silenzio in auto.
A Teresa quel silenzio sembra pieno di significati.
Pensa: "Forse gli avrò dato fastidio che abbia detto questo, forse crede che io voglia forzarlo a prendersi un impegno che lui non desidera o del quale non è sicuro...".
Giovanni pensa: "Ma guarda, sei mesi...".
Teresa pensa: "Ma neanche io sono sicura di volere questo tipo di rapporto. A volte mi piacerebbe avere un po' di libertà, per avere tempo di pensare a ciò che voglio veramente... Continueremo a vederci a questo livello di intimità? Sono pronta a questo impegno? Conosco davvero quest'uomo?"
Giovanni pensa: "Quindi questo significa che era... vediamo... febbraio quando iniziammo, giusto dopo aver lasciato l'auto dal meccanico, cioè... vediamo il contachilometri... cacchio, devo cambiare di nuovo l'olio!"
Teresa pensa: "È sconvolto. Glielo leggo in faccia. O forse sto interpretando male. Forse vorrebbe di più dal nostro rapporto, più intimità; forse ha sentito prima di me che ha delle riserve. Sì, è questo. Ha paura di sentirsi rifiutato."
Giovanni pensa: "Devo dirgli di guardarmi di nuovo il carburatore. Questa cosa cammina come un camion dell'immondizia."
Teresa pensa: "È arrabbiato. Anch'io lo sarei. Dio, mi sento così colpevole, facendogli passare questo, ma non posso evitare di sentire come mi sento. E non mi sento sicura."
Giovanni pensa: "Mi diranno che ha solo tre mesi di garanzia!".
Teresa pensa: "Forse sono troppo idealista, aspetto che arrivi il principe azzurro sul suo cavallo bianco quando ho al mio fianco una persona comune, buona, con la quale mi piace stare, che è importante per me e alla quale io importo. Una persona che soffre per le mie egocentriche fantasie da adolescente romantica..."
Giovanni pensa: "Vogliono una garanzia? Gliela do io la garanzia!!!"
Teresa dice a voce alta: "Giovanni!".
Giovanni, sorpreso: "Cosa?".
Teresa: "Per favore, non ti torturare così!" dice, con gli occhi velati di lacrime "Forse non avrei dovuto dirti... Dio, mi sento così..." e si interrompe singhiozzando.
Giovanni: "Cosa c'è?".
Teresa: "Sono così stupida!" singhiozza "Voglio dire, lo so che non esiste quel principe; non esiste né cavaliere né cavallo...".
Giovanni: "Non c'è il cavallo?" dice stupito.
Teresa: "Pensi che sono stupida, vero?".
Giovanni: "Ma no!" dice, contento finalmente di avere una risposta facile.
Teresa: "È solo che... ho bisogno di un po' di tempo, mi capisci...".
Segue una pausa di quindici secondi durante la quale Giovanni, pensando il più velocemente possibile, cerca una risposta.
Giovanni: "Certo che ti capisco.".
Teresa, emozionata, prende la sua mano: "Oh, Giovanni davvero pensi questo?".
Giovanni: "Ah... sì, sicuramente..."
Teresa si volta per guardarlo, e fissa i suoi occhi, rendendolo alquanto nervoso per quello che lei gli potrà dire, soprattutto se ha a che vedere con un cavallo. Alla fine lei gli dice: "Grazie Giovanni."
Lui l'accompagna a casa e lei va a letto.
Come un'anima che si tortura, piange fino all'alba.
Intanto Giovanni torna a casa, apre un sacchetto di patatine, accende la TV e si immerge nella replica di una partita di tennis tra due giocatori sconosciuti. Una debole voce in un angolo recondito della sua mente gli dice che qualcosa di importante è successo, nell'auto, ma è sicuro che non c'è modo di capirlo: meglio non pensarci.
Il giorno dopo Teresa chiamerà una delle sue amiche e parleranno della cosa per sei ore di seguito. In forma dolorosamente dettagliata analizzeranno tutto ciò che lei ha detto e tutto quello che lui ha detto, ritornando su ogni punto una e più volte, esaminando ogni parola, considerando ogni possibile ramificazione. Continueranno a discutere per settimane, senza arrivare a conclusioni ma senza mai annoiarsi.
Intanto Giovanni un giorno, guardando una partita di calcio con un amico, distrattamente chiederà: "Luca, sai per caso se Teresa ha un cavallo?".

martedì 2 novembre 2010

Oh mare nero...

Che i nostri mari sono inquinati lo sappiamo tutti.
Che i pescatori pescano più petrolio che pesce lo abbiamo visto ieri sera a Report. il programma di Rai Tre condotto da Milena Gabbanelli.  Se non lo avete visto potete farlo on line. Scrivo potete ma penso dovete! E' di grande effetto vedere le reti che i pescatori raccolgono...pezzi di catrame, che separato dal pesce, ributtano in mare. Il pesce viene poi pulito ed arriva freschissimo sulle nostre tavole.
Chissà in quanti hanno mangiato pesce oggi, nei ristoranti liguri...






“Quando avranno inquinato l’ultimo fiume, abbattuto l’ultimo albero, preso l’ultimo bisonte, pescato l’ultimo pesce, solo allora si accorgeranno di non poter mangiare il denaro accumulato nelle loro banche.”
Toro Seduto -- Ta-Tanka I-Yotank
(1831 -- 1890)


Non solo petrolio...anche tanta tanta plastica!